Caso di ordinaria sanità
- Scritto da Giuseppe Viola

La sera in reparto, nel corridoio di neurologia al 3° piano della struttura, senza letto, senza coperta e senza cuscino. Soli io e lei su di una barella in una corsia spoglia. L'indomani è domenica 13 maggio, festa della mamma: il mio augurio con un bacio. Il cuscino lo portiamo noi da casa. I Sanitari ripetono solo: "sua madre ha avuto una grave forma di ictus ischemico che ha interessato una vasta area del cervello e aspettiamo la seconda Tac per saper se è in fase di avanzamento o si è stabilizzata". Finalmente un letto dopo alcuni giorni, una terapia applicata e l'assistenza continua di un familiare, necessaria per aiutare chi non ha neppure la forza e la vista per cercare il campanello. Il 23 maggio mi dicono: "Sua madre è in dimissioni, si è stabilizzato il quadro clinico, portatevela, si consiglia un centro per la rieducazione". Mamma è paralizzata, va di corpo solo con l'ausilio di un catetere e di un pannolino, non può muoversi dal letto, non può mangiare da sola: come faccio a curarla da solo a casa, almeno posso avere un ausilio, non so: barella, carrozzina o altro? No.
Ho bisogno di qualche giorno per trovare un centro. A questa mia richiesta, un freddo: "Non ho letti disponibili, non si può fare niente: questa è una struttura per acuti". Fax su fax vengono inviati a tutti i centri che trovo su internet, chiedo ad amici e parenti, mi spingo oltre la Campania nell'affannosa ricerca di un centro dove poter ricoverare mia madre per poterle offrire una riabilitazione. Ma tutti rispondono: "La lista di attesa è lunga, occorrono dai 15 ai 20 giorni".
Questa la giustizia sanitaria. Qualche giorno di attenzione è troppo anche quando autorevoli studi ritengono che la fase acuta in un ictus debba essere inquadrata in un lasso di tempo che in media si aggira intorno ai 15-20 giorni, cosi come affermato, ad esempio, dal professor Marco Longoni (U.O. Neurologia - Stroke Unit A.O. S. Gerardo dei Tintori – Monza), e non in appena 11 giorni, forse necessari al reparto per una logica di efficienza nella gestione di pazienti.