Stretta sui conti correnti di alcuni contribuenti: la notizia ormai è ufficiale: il Fisco potrà prelevare direttamente dai conti.
La lotta all’evasione diventa sempre più dura e si dota di nuovi strumenti per rendere la vita meno facile ai “furbetti “. Vediamo insieme cosa cambierà da ora in avanti.

Obiettivo del Governo Meloni è abbassare le tasse ma fare anche in modo che tutti paghino le imposte dovute. Per questo si studiano sempre nuovi modi per rendere più efficace la lotta all’evasione e per velocizzare il recupero dei crediti. Solo nei primi quattro mesi di quest’anno i casi di evasione emersi sono stati 1936. E sono solo quelli venuti a galla. Il Fisco esegue periodicamente controlli ma la procedura per il recupero dei crediti è piuttosto lunga.
In un momento in cui le casse statali piangono e le riforme da attuare sono tante, non è più possibile aspettare anni per il recupero dei crediti. Per questo il Governo ha deciso di intervenire con un nuovo strumento: la delega fiscale. Misura che ha già scatenato l’Opposizione e, in particolare, è già sul piede di guerra l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Quest’ultimo ha già annunciato l’intenzione di bloccare in Senato questa misura per impedirne l’attuazione.
Conti correnti: ecco cosa cambierà
La stretta del Fisco, d’ora in poi, sarà soprattutto sui conti correnti ritenuti sospetti. Massima attenzione perché si rischia davvero grosso.

La delega fiscale prevede la possibilità che il Fisco prelevi le somme dovute direttamente dai conti correnti dei debitori. Niente più cartelle esattoriali quindi ma prelievi diretti. Come ha specificato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, non si tratterà di prelievi forzosi ma solo di velocizzare il recupero dei crediti. Chi non ha debiti non rischia nulla, naturalmente.
Il viceministro ha precisato che non torneremo ai tempi dei prelievi forzosi di Giuliano Amato, nel 1992. Niente di tutto questo. Semplicemente la delega fiscale comporterà un’accelerazione di un procedimento già previsto dal Codice civile. Ad oggi funziona così: nel momento in cui un contribuente evade e il giudice lo accerta, allora l’Agenzia delle Entrate/Riscossione chiede attraverso procedure informatiche alla banca di fare il fare il pignoramento presso terzi. Ora il meccanismo diventa solo più rapido perché attraverso le procedure informatiche si può sapere subito se il contribuente ha i soldi per sanare i suoi debiti oppure no.
Ricordiamo che, nel caso di pignoramento del conto corrente, per legge deve sempre essere lasciata una certa somma sul conto del debitore e che possono essere pignorati massimo un quinto della pensione o dello stipendio. In ogni caso diciamo che da ora in avanti i controlli sui conti correnti dei contribuenti saranno più rapidi e finire nell’occhio del mirino del Fisco sarà ancora più facile.