Secondo gli esperti potrebbero arrivare dei veri e propri tsunami: non c’è pace per noi. Quando succederà questa catastrofe?
In questi giorni stiamo assistendo a degli eventi terribili. Basti vedere il terrificante temporale avvenuto di recente nella città di Milano, che ha causato la distruzione di alcune zone. Anche il caldo eccessivo non è da sottovalutare: non si era mai visto nulla di simile. Tutto questo è dovuto al riscaldamento globale, evento che sta peggiorando in maniera drastica anno dopo anno. E secondo degli studi certi è molto probabile che i pericoli aumenteranno.

L’Unesco sostiene che le possibilità che almeno uno tsunami si generi nel Mediterraneo sono del 100%. Nei prossimi trent’anni ci potrebbe essere questo rischio concreto, e non è affatto da sottovalutare. Si stima che ci siano almeno cinque città costiere più a rischio, le quali entreranno nella lista delle 40 comunità di 21 Paesi che saranno pronte per lo tsunami. Marsiglia, Cannes Istanbul e Alessandria d’Egitto sono i principali “bersagli”.
Tsunami, quando arriveranno e perché: il report degli esperti è preoccupante
Il problema è che le zone costiere non sono preparate ad affrontare degli eventi del genere. Di base sarebbero rari gli tsunami, fatta eccezione per quello avvenuto a Messina nel 1908. Parliamo di un avvenimento molto vecchio e che non ha niente a che vedere con quello che hanno previsto. In questo caso si parla di una serie di tsunami che potrebbero provocare dei danni irreversibili a molte città conosciute.

Al momento non si conosce la data precisa di questi tsunami, però stanno già iniziando a capire in che modo agire. Le aree sono state coperte da diversi centri per il rilevamento dei maremoti, con l’obiettivo di riuscire ad istruire le comunità costiere. Prepararsi a questa eventualità è l’unico modo per contrastare gli tsunami, così da mettere in salvo tantissime vite. Inviare i messaggi di alert, inoltre, è un altro buon modo per avvertire i cittadini di un imminente disastro.
Verranno mandati con 10 minuti in anticipo. Le segnalazioni saranno importanti dato che ci vogliono 20 minuti per la prima onda e poi 40 minuti per la successiva. Le possibilità di fuga possono esserci in questo caso, quindi l’organizzazione è la base principale per sopravvivere. C’è anche da dire che il cambiamento climatico ha aumentato la letalità dei maremoti, rendendo le onde più potenti rispetto al passato.