Ecco come il Governo vorrebbe contrastare inflazione aumento dei prezzi. Ma le resistenze arrivano da tutte le parti, anche le più inaspettate
Al momento, la reazione delle aziende è di quelle nette, di chiusura totale, di certo non di disponibilità verso una popolazione, quella italiana, fiaccata dall’aumento indiscriminato di prezzi e consumi. Ecco cosa vorrebbe fare il Governo per contrastare i rincari, ma al momento la strada è in grande salita.

Da mesi, infatti, il nostro Paese è investito da una crisi economica che non sembra avere fine. I rincari hanno interessati i consumi, con bollette di luce e gas che hanno toccato importi improponibili. Per non parlare degli aumenti dei listini del carburante: diesel e benzina oggi in autostrada possono essere pagati anche a 2,50 euro al litro. Rincari che hanno colpito e colpiscono soprattutto chi usa il mezzo per lavoro.
Unitamente a tutto ciò, il nostro Paese vive anche una inflazione galoppante che ha eroso il potere d’acquisto degli italiani. Il caro-vita sta interessando anche l’estate 2023 con aumenti insostenibili tanto sui biglietti aerei, quanto sulle spese da sostenere negli stabilimenti balneari.
A pesare, anche sul morale degli italiani, è però il costo delle materie prime che, per taluni, ha reso la stessa spesa al supermercato un incubo. Oggi il Governo presieduto da Giorgia Meloni avrebbe individuato la strada per dare respiro alle famiglie italiane, ma sta trovando resistenze.
Ostacoli alla ricetta del Governo contro l’aumento dei prezzi
Il Governo vuole dar vita al trimestre antiinflazione a partire dall’1 ottobre. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha predisposto in tal senso un protocollo d’intesa per frenare l’inflazione sulla spesa, che pesa ancora, con addirittura un +10,4% secondo gli ultimi dati.

L’idea del Governo, quindi, è quella di calmierare i prezzi dall’1 ottobre al 31 dicembre, in modo tale da far rientrare anche il periodo natalizio, notoriamente uno di quelli in cui si spende di più. Prezzi fissi su alcuni beni di prima necessità, che possano dare respiro alle tante famiglie fiaccate dalla crisi economica.
Il punto è che, però, il Governo sta trovando non poche resistenze. Alla faccia della solidarietà sociale! Sia i commercianti, che l’aziende produttrici, infatti, non sembrano assolutamente propensi a bloccare i prezzi e, quindi, limitare, seppur per soli tre mesi, i guadagni. Il “no”, infatti, è arrivato da alcune importanti associazioni di categoria delle industrie, ma il paradosso è che anche le associazioni dei consumatori criticano l’operato di Urso, definito generico, una sorta di “letterina a Babbo Natale” o un libro dei sogni in cui non vi è alcuna concretezza sull’attuazione.