Non solo Sicilia, è l’Italia intera a bruciare (quando non è travolta dal maltempo) | C’è da piangere davvero

Al Giffoni Film Fest si piange, l’Italia brucia quando non è devastata dal maltempo e il futuro è quantomai incerto. Ma lo è anche il presente.

È un mondo difficile. E vita intensa. Felicità a momenti. E futuro incerto. Cantava così Tonino Carotone nel 1999 in Me cago en el amor. Una citazione che, qualche anno dopo, sarebbe divenuta una mia punchline, quando volevo fare il simpatico con le mie coetanee, nel cortile del mio Liceo. Mi sentivo molto profondo, con questa frase che era per me una sorta di versione nazionalpopolare del pendolo di Schopenhauer.

Il rogo di Ciampino e le lacrime della giovane al Giffoni Film Fest
C’è da piangere davvero: vediamo assieme perché – Foto Ansa – LaStampaDelMezzogiorno.it

Non sapevo a quel tempo che, in piena iperstizione, il futuro sarebbe stato davvero molto incerto.

Non pensavamo al futuro, non poi troppo, come piena mentalità dei ’90. Ci avrebbero pensato i nostri figli, per poi venire a scoprire nemmeno troppi decenni dopo che i figli siamo già noi.

Futuro incerto, tutti piangono al Giffoni Film Fest

Facciamo un salto carpiato dal 1999 al 2023 e andiamo al Giffoni Film Fest.

Una giovane scoppia in lacrime raccontando le sue paure per il futuro e chiedendo al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Frati, se non ha a sua volta paura per il destino dei suoi cari.

Gilberto Pichetto Frati, che ha figli e nipoti, si è commosso a sua volta e ha risposto tra gli applausi: “Io ho la forza del dubbio, ho un dovere verso la carica che ricopro, verso di voi e verso i miei nipoti” (mi chiedo tutt’ora cosa volesse intendere esattamente).

Da un lato La Repubblica innalza la giovane a simbolo generazionale, dall’altro (all’opposto del continuum) Dagospia coglie la palla al balzo per prendere in giro la giovane, l’ennesima piccola Greta.

Da un lato La Repubblica non perde occasione per mostrare la propria ossessione per il Governo corrente (a partire dal titolo dell’intervista Lei è Giorgia, lei è donna: “Ma io soffro di eco-ansia, non so se vorrò essere madre” – anni di sterile antiberlusconismo e antisalvinismo non hanno insegnato nulla), dall’altro Dagospia mostra ancora una volta come sia difficile per una parte della popolazione prendere sul serio le istanze delle nuove generazioni (Chiamate uno bravo – ora dobbiamo farci carico anche di quelli che soffrono di eco-ansia…).

Solo il presente è certo (ed è certo che una nota d’ansia la dovremmo nutrire)

Al di là della giovane e del ministro piangenti (e di Repubblica e Dagospia) è evidente che il futuro rimane ignoto e che certo è solo il presente.

Ce l’hanno detto molteplici filosofi a partire da Seneca, ce lo ha ricordato Wayne W. Dyer ne Le vostre zone erronee: è inutile pensare tanto al passato quanto al futuro, laddove l’unica dimensione temporale realmente esistente è il presente.

Pensiamo quindi al presente.

Ed ecco cosa ci offre, il presente: temporali devastanti travolgono il nord, tra grandinate e fiumi che esondano dopo mesi di siccità in inverno. A Ciampino, alle porte di Roma, un incendio di rifiuti costringe gli abitanti della Capitale a rimanere con le finestre chiuse per evitare di intossicarsi e a Palermo l’incendio di una discarica porta il sindaco ad ordinare ai suoi concittadini di non consumare per due settimane uova e carne, per l’elevato livello di diossina nell’aria.

L'Italia spaccata tra maltempo al nord ed incendi al sud
Italia a due velocità: il sud brucia, il nord viene devastato dal maltempo – Foto Ansa – LaStampaDelMezzogiorno.it

Ma non sono solo Roma e Palermo a bruciare: brucia la Sicilia intera, brucia la Sardegna, brucia il Salento, bruciano i principali luoghi di villeggiatura nel nostro Bel Paese.

Solo il presente è certo (e solo i dati lo sono, a loro volta)

Ma non è solo la cronaca e la nostra percezione a doverci allarmare. Ad allarmarci dovrebbero essere i dati.

Come raccontato ad Ansa dal presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale Alessandro Miani: “In Italia nell’intero 2022 gli incendi hanno prodotto 1 milione e 900 mila tonnellate di CO2, pari a circa 5 milioni di barili di petrolio. Per non parlare delle 2.750 tonnellate di ossidi di azoto e delle 7.500 tonnellate di PM 2.5 emesse nello stesso periodo a causa degli incendi nel nostro Paese. L’uomo ha innescato cambiamenti climatici che a loro volta sono responsabili di temperature tali da favorire il susseguirsi di incendi in grado di alimentare ancor più negativamente le emissioni di gas climalteranti. Le combustioni dovute agli incendi sprigionano nell’atmosfera sostanze la cui tossicità è riconosciuta dalla comunità scientifica. Tra questi i più pericolosi sono gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le diossine e i PCB (policlorobifenili), che possono permanere nell’aria e ricadere al suolo anche dopo lo spegnimento dell’incendio, nei pressi dell’area incendiata o anche a distanza sulla base dell’intensità e direzione dei venti”.

Allargando quindi il discorso dall’Italia all’intera Europa, nel 2022 si sono verificati 2.709 incendi, più del triplo della media degli ultimi 17 anni, per una immissione nell’aria di 9 megatonnellate di carbonio (equivalente alle emissioni di 10 milioni di automobili). Attendiamo con (eco)ansia i dati del 2023.

Giambruno ha invitato il ministro della Salute tedesco a farsi le vacanze a casa sua
Andrea Giambruno, ironia contro il Ministro della Salute tedesco – Foto Ansa – LaStampaDelMezzogiorno.it

Ha torto quindi il buon Giambruno quando fa ironia sul ministro del Salute tedesco, invitandolo a farsi le vacanze nella Foresta Nera: nessuno è al sicuro, nel Vecchio Continente.

E in barba alla dissacrante ironia di Dagospia (che tendo di norma ad apprezzare, per altro) una leggerissima nota d’ansia la nutrirei anche io.

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