Il vino Campano sale nelle classifiche. La viticoltura 'eroica' di Ischia e Capri si allea con quella dei Campi Flegrei per dar vita al Consorzio di Tutela dei vini dei Campi Flegrei, Ischia e Capri. Presidente è stato eletto Andrea D'Ambra e vicepresidente Michele Farro, già presidente del Consorzio Vini Campi Flegrei, costituito nel 2004.
Si produce a Chiaiano la Falanghina DOC "anti-camorra", con l'uva della Selva Lacandona (dalla quale prende anche il nome), fondo rustico confiscato alla famiglia Simeoli (Nuvoletta) 13 anni fa e da qualche tempo gestito dalla Cooperativa (R)esistenza, presieduta da Ciro Corona, e dedicato ad Amato Lamberti.
Quattordici meravigliosi ettari di vigneto e pescheto, divenuti ormai il simbolo del riscatto sociale, che ospitano decine di iniziative sociali, dai campi estivi che hanno visto la presenza di centinaia di giovani da tutta italia alle decine di iniziative ambientali. Ormai insostituibile punto d'incontro anche per appuntamenti dal grande significato storico come il 25 aprile. Un luogo in cui attivisti, volontari, semplici cittadini e minori a rischio lavorano fianco a fianco, dimostrando che un futuro migliore può esistere, se lo si vuole e se si lavora sodo per costruirlo, per scuotere le coscienze e cambiare finalmente le cose.
Proprio qui, dopo le deliziose marmellate di pesche inserite anche nel progetto del "Pacco alla Camorra", nasce una Falanghina dal sapore speciale, il sapore della lotta ai soprusi della criminalità, il sapore del coraggio e della libertà. "La Falanghina Selva Lacandona - si legge sull'etichetta del vino DOC - nasce dal lavoro appassionato della Cooperativa (R)esistenza sui terreni confiscati alla camorra tra i comuni di Napoli e Marano. In un vigneto incontaminato affacciato sulla baia dell'antica Puteoli, minori dell'area penale lavorano braccio a braccio con i volontari della comunità, guidati dai contadini locali. Selva Lacandona ha il sapore schietto del riscatto sociale e dell'onesto lavoro agricolo, dell'impegno di tutti e di ciascuno".
Oggi raccontiamo la vera storia della terra dei fuochi, ci riferiamo ai Campi Flegrei zona a Nord di Napoli, caratterizzata dalla ricchezza dei terreni di origine vulcanica da cui il termine phlegraios = "ardente", e dall' influenza del microclima marino mediterraneo, che dona tipicità ai vini coltivati in questi territori.
Altra peculiarità dei Campi Flegrei, è la coltivazione della vite detta a "Piede Franco".
Verso la metà del 1800, in Inghilterra apparve la fillossera, un afide proveniente dalle Americhe che in breve tempo distrusse la maggior parte della vitis vinifera del continente europeo, fino a quando non fu scoperto l'unico rimedio possibile, l'innesto sulla vite americana, l'unica le cui radici sono in grado di resistere agli attacchi di questo parassita.
Uva quasi esclusivamente presente nella regione Campania e dai caratteri univoci con forte espressione del territorio, coltivato in modo particolare nell'alto Casertano. Trova il suo perfetto equilibrio tra microclima e territorio nei terreni della piana del fiume Volturno, in particolare tra i comuni di Pontelatone, Liberi, Formicola, Castel di Sasso, e oggi la sua coltivazione si estende fino alla Piana di Monteverna, e nel comune di Caiazzo.
Il nome Aglianico deriva probabilmente dalla parola Ellenico, il vitigno fu importato in Italia durante le dominazioni greche, e successivamente il suo nome trasformato in Aglianico dagli Spagnoli, che pronunciano la doppia "l" appunto "gl". L'aglianico è un vitigno a bacca rossa, che per le sue origini storiche è sviluppato in modo particolare nel Sud Italia, nelle regioni Campania, Puglia e Basilicata.
L'Aglianico del Vulture, è un vino Lucano, oggi allevato nella zona Nord-Ovest della provincia di Potenza appunto nei territori dove sorge il Monte Vulture, possiede il riconoscimento DOC dal 1971, e solo dal 2010, è stata inserita la denominazione DOCG per la versione Superiore. Si può definire una produzione limitata, perché in effetti sono solo una quarantina le aziende dedicate alla sua produzione.